“la porta del mare”

progetto: stefano murgia
luogo: cagliari, porto storico
anno: 2004


Il porto: zona di passaggio, ma anche luogo di scambio, di arrivi e di partenze, elemento mediatore e contemporaneamente propulsore di eventi capaci di influenzare i meccanismi di espansione urbana nel tempo. Cagliari è una città la cui origine, storia, sviluppo e prospettive sono imprescindibili dal mare. Via Roma, la via del porto per Cagliari, appare oggi incoerente e disomogenea, barriera verso il mare anziché interfaccia connettiva, monumento alla saturazione veicolare anziché piazza sul mare. La storia recente della via è caratterizzata da una relativa staticità a cui è corrisposto un non sviluppo dello scalo portuale, ponendo la città in posizione di sfavore rispetto ad altri porti italiani e del mediterraneo. La recente costruzione del moderno Porto Canale può tuttavia paradossalmente aprire indirettamente nuove prospettive economiche e creare nuovi scenari di sviluppo urbano.


L’idea è quella di non tentare di inseguire l’effetto cosmetico di un oggetto isolato, ma voler generare quelle opportunità necessarie per lo sviluppo, andando oltre l’ideazione di una nuova opera architettonica. All’attracco delle navi da crociera viene dedicato oggi un inadeguato angolo del porto storico in posizione troppo defilata, sia dal punto di vista del passeggero sul ponte della nave, che non ha la miglior vista sulla città, sia dal punto di vista dell’osservatore dalla via Roma, che potrebbe godere di una vista ben più ravvicinata e suggestiva delle grandi navi. Un attracco più centrale e interno potrebbe catturare l’attenzione del passante e spingerlo verso il mare, riavvicinando la città al suo elemento e creare un ritrovo per tutte le attività strettamente connesse al porto e per quelle cittadine. Le connessioni fisiche con il Centro Storico devono essere ricostituite: Via Roma, oggi barriera e domani filtro della pedonalità fra il quartiere di Marina e il porto. La sinergia tra le future attività portuali e quelle urbane deve diventare una realtà affinché possano crearsi le condizioni per uno sviluppo reale della città. La sfida é fare in modo che queste incredibili risorse lavorino insieme, la molteplicità di fruitori deve essere la linfa dell’idea: cittadini, studenti, turisti, croceristi attratti in un unico raccoglitore di esperienze. Il rapporto con la città deve essere dichiarato, in ogni situazione, con visuali aperte e mutevoli sul porto e sull’anfiteatro naturale che va dal colle di Castello alla palazzata storica.



Percezione

Si può essere attratti da una forma, un colore, ma la mente può essere accesa anche da un profumo, una sensazione, un suono... è quindi estremamente complesso prevedere la percezione di un ambiente del singolo osservatore. Ma esistono elementi capaci di attrarre, andando oltre la visione soggettiva e sono quelli che contribuiscono in modo decisivo alla comprensione del luogo. L’osservatore, dentro la via Roma, sperimenta il gioco di campi lunghi e prospettive lunghe che hanno i loro punti di fuga nello storico palazzo della stazione ferroviaria da una parte e nel grande palazzo dell’Enel dall’altra, che impedisce all’occhio di andare oltre, verso Viale Diaz, e si appropria del ruolo di sfondo della visuale. Lo scenario è complesso e viene percepito mutevolmente al variare del punto di vista, lo spettatore vede, scompone e ricompone mentalmente: cogliendo così lo spirito di una parte di città ricca e complessa. Affacciandosi dalla piazza di via Università diventa protagonista il rosso dei coppi sulle falde degli edifici del quartiere storico della Marina, un paesaggio frastagliato e composito, entropico. Sporgendosi da un balcone della palazzata storica scorrono fluenti le linee sotto l’orizzonte lontano del mare. Spostandosi sul Molo Sabaudo ecco geometrie rigide, davanti allo sfondo che appare ora omogeneo dei vecchi quartieri storici, con la barriera dell’edificio dell’autorità portuale a spezzare la monoliticità del lungo porticato, che si stacca dallo sfondo del colle di Castello sopra il quartiere della Marina.

 

 

 

 



restituzione 3d della via roma verso il palazzo dell'enel e verso il palazzo della stazione

 

 

 

 

 




vista da viale trieste

vista dal bastione in via università



vista del palazzo de la rinascente



 

 

 

 

vista dal molo sabaudo



Generazione

Il luogo è la porzione di spazio gravitante sullo storico Pontile della Dogana, nel cuore del porto storico. La posizione centrale e la vicinanza con la vecchia darsena lo rendono un luogo privilegiato per l’osservatore che può cogliere la città con viste fortemente significative, e allo stesso modo la struttura di base è, per la sua posizione centrale, l’attracco ideale per le navi da crociera che possono essere viste in modo ravvicinato e suggestivo dalla città verso il mare e al contempo la stessa posizione centrale offre dal ponte della nave una vista evocativa e potente della città. Nell'ultimo secolo, il fronte porto ha cambiato assetto più volte, sull'impulso di esigenze legate ai traffici mediterranei o a causa di eventi traumatici come i bombardamenti alleati. L’esigenza di non compromettere i caratteri salienti con una forma imperiosa e dominante, ha portato a pensare alle diverse soluzioni che consentissero di valorizzare il paesaggio “storico”, pur affermando comunque la presenza di una forma nuova, originale ed organica. Si è ritenuto opportuno non salire in altezza oltre che per non turbare il paesaggio, perché Cagliari non ha bisogno di un elemento verticale al centro del porto storico: ci sono altri luoghi panoramici nella griglia urbana e inoltre rovesciando la prospettiva, venendo dal mare si potrà vedere un panorama libero e si potrà apprezzare quanto è bella la città. Si è ritenuto opportuno identificare un punto preciso da cui poter “giudicare” la vista dal mare della città. Questo punto significativo è stato isolato all’intersezione dei prolungamenti immaginari degli spigoli del vecchio molo di levante e del molo sabaudo, punto di ingresso ideale dell'osservatore che arriva dal mare. Studiando i coni ottici dall’ingresso del porto, tramite un gioco di linee sottese, assimilabili ai coni ottici significativi da preservare, si è isolata una prima forma. Seguendo la stessa regola, le linee si infittiscono e il blocco iniziale si asciuga progressivamente.





 

 

 

 

 

 

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studio morfologico e restituzione tridimensionale

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diagramma spazi-funzioni

Dal blocco volumetrico ottenuto si può scolpire una forma nuova, capace di rapportarsi con il luogo coerentemente ed entrare attivamente nel sistema di gerarchie urbanistiche del waterfront. La soluzione risultante prevede così un nuovo molo, più lungo e largo e morfologicamente più adatto alla ricezione delle moderne navi. L'edificio deve essere capace di vivere durante l’arco delle 24 ore offrendo esperienze sempre nuove e mutevoli nei diversi settori, tramite programmazioni appositamente studiate, un'offerta di attività a 360 gradi che copra l'intero arco della giornata. Gli spazi commerciali dell’atelier saranno complementari e non in concorrenza con gli esercizi già presenti nel quartiere, capaci di esercitare anzi un effetto di impollinazione incrociata con essi. La copertura sarà un parco pubblico per il relax e le passeggiate panoramiche che al contempo offra all’interno una protezione dall’intenso sole mediterraneo nelle ore più calde. L’obbiettivo è una proliferazione di esperienze e di emozioni ininterrotta in un’architettura che si caratterizzi per la capacità di scambio, interazione delle differenti destinazioni d'uso e che queste stabiliscano una sinergia con quelle del centro storico. Solo così il Terminal forgerà un nuovo, intimo rapporto tra la città e l'acqua. Quando il passeggero entra il viaggio sarà già iniziato, per continuare in un insieme di spazi dinamici organizzati intorno a punti focali come il ristorante e la sala d'aspetto. I movimenti quotidiani dei passeggeri del traghetto sono veloci e intensi e l'organizzazione dei piani deve enfatizzare la velocità e l'efficienza del transito: il passeggero arriverà, comprerà il biglietto, caffè e giornale, poi salirà attraverso le rampe meccanizzate al livello superiore ed arriverà all'ingresso della nave. E' un waterfront sostenuto da un programma che offre l’occasione per un utilizzo proficuo dello spazio pubblico. Il Terminal opererà, visivamente e funzionalmente in transizione tra la terra e il mare; morfologicamente, una terraferma artificiale come solido in corso di fusione verso il liquido.




studi 3d


Forma

La topografia dell'edificio offrirà spazi ed esperienze differenziati, pur offrendo un chiaro orientamento: è scolpito come una collina dolce, sulla quale inizia il percorso inclinato. Internamente è organizzato su tre livelli. Nel primo livello sotterraneo sono i parcheggi, gli impianti, i locali tecnici e le cantine dei locali commerciali. Nel secondo livello il visitatore potrà rilassarsi nel settore dedicato al benessere fisico o ancora potrà fare shopping nei negozi dell’atelier, ora catturato verso l’interno dell’edificio nel settore hi-tech o nel cineplex o nelle sale espositive interattive, ora attratto da uno scorcio suggestivo sulla città dalle grandi superfici vetrate; il viaggiatore comincerà a conoscere la città prima ancora di visitarla. Una grande piazza lineare interna funziona da ambiente distributivo.



livelli fuori terra

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copertura







viste renderizzate

Al secondo livello è il terminal crociere che si svilupperà attorno ad una grande e moderna sala, dotata di ogni tipo di servizio e comfort necessario per rendere il più piacevole possibile la visita del crocerista. Il terzo livello è la copertura, interamente camminabile, modulata per offrire la massima panoramicità, infatti 'edificio va in quota gradualmente: in questo modo diventa un prolungamento della superficie del pontile. In testata un piccolo anfiteatro per contemplare il mare e l’orizzonte sorseggiando una gradevole bevanda. Un terminal pensato come tecnologica Porta del Mare, un solido che trascende verso l'acqua, modellando una topografia architettonica orientata verso il mare o verso la città in un gioco di scorci mutevoli. L'intera zona è illuminata in modo da accompagnare i passeggeri attraverso la lunghezza dell'edificio, l'idea dell'illuminazione opera anche a un altro livello: la luce del Terminal sarà come un faro per il porto, un marchio simbolico. La città verrà percepita, respirata già dall’interno, filtrata dalle grandi superfici vetrate e l’osservatore verrà proiettato (o riproiettato) verso la città, invitato a visitarla e conoscerla. Un edificio polifunzionale che sia icona, punto di ritrovo ed elemento urbanistico in grado di risolvere la maglia urbana del centro storico verso il mare.